Per non dimenticare...
Il 24 Gennaio 2022, alle ore 10.00, Sami Modiano incontra on line migliaia di studenti di tutta Italia, offrendo la sua preziosa testimonianza in diretta.
Anche i nostri ragazzi hanno partecipato con commozione al racconto di Sami Modiano. Le sue parole hanno riempito le aule i corridoi, le menti e i loro cuori.
Già giovedì scorso 13 gennaio 2022, si sono aperte le iniziative di commemorazione per ciò chè è accaduto in tempi passati, ma che potrebbe riaccadere, incontrando il Rav. Riccardo Di Segni e il Vescovo Ambrogio Spreafico, per la XXXIII giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, con la partecipazione dei nostri ragazzi del coro Ludica Vocalia Fabraterna, presso l’Auditorium del Conservatorio di Frosinone.
Oggi l’incontro con i testimoni, domani con “La Memoria raccontata. Voci di donne”, organizzato dall’Università La Sapienza, il video realizzato dalla classe 5A con esposizione di una mostra itinerante, e, giovedi 27 gennaio, concluderemo incontrando un giovane ricercatore storico, Matteo Limongi, con una riflessione dibattito sulla Shoah nella nostra provincia, con particolare attenzione agli Ebrei stranieri internati a San Donato Val di Comino.
Ricordare e commemorare le vittime della shoah non significa affatto trascurare altri genocidi, né tantomeno stabilire inutili ‘priorità’ tra stermini e dolori di un popolo piuttosto che di altri popoli.
Il giorno della memoria non è un omaggio alle vittime, ma semplicemente un riconoscimento pubblico e collettivo di un fatto particolarmente grave di cui l’Europa è stata capace, e a cui l’Italia ha attivamente collaborato.
Per questo in Italia già dell’anno 2000, con gli art. 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211, e in seguito ripresa dagli Stati membri dell’ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1 novembre 2005, si commemora il giorno 27 gennaio ciò che è accaduto e non deve più accadere.
Nel 2001, il teorico e saggista Tzvetan Todorov ha scritto in un libro, Memoria del bene, tentazione del male che “la singolarità del fatto non impedisce l’universalità della lezione che se ne trae”: in altri termini, la memoria storica della shoah non riguarda soltanto il popolo ebraico, ma l’intera umanità, perché da questi avvenimenti si possono trarre insegnamenti.
Ciò che rende unica la Shoah è il fatto che si trattò di un genocidio razionale, ben organizzato, che si avvaleva della tecnologia e di impianti efficienti per sterminare un popolo intero nel cuore dell’Europa. Affinché il ricordo della Shoah sia utile, tuttavia, la memoria non deve limitarsi soltanto all’indignazione e alla denuncia morale contro i crimini nazisti, sentimenti sicuramente giusti e naturali nei confronti di avvenimenti gravi e disumani. Perché la memoria abbia un senso, è soprattutto importante, prima di denunciare, capire ciò che accadde in Europa da un punto di vista storico.
Di Vittoria D'Annibale