UN MESSAGGIO DI SPERANZA DAL PRESEPE DEL LICEO DI CECCANO
Anche quest’anno il Professor Antonio Zomparelli ha realizzato, con gli allievi delle sue classi, un presepe artistico dalla forte valenza educativa, in continuità con quelli realizzati negli anni precedenti, confermando l’efficacia della comunicazione di principi civici attraverso un’opera in grado di divenire esperienza formativa di cittadinanza attiva. Non è un caso, infatti, che l’ubicazione dei presepi realizzati dal docente sia tradizionalmente in adiacenza al murale (realizzato dallo stesso Zomparelli e dai suoi allievi diversi anni fa) nell’androne di ingresso del Liceo, che riproduce, con rielaborazioni, la celebre “Scuola di Atene” di Raffaello, iconica rappresentazione della conoscenza e della cultura, che rinnova l’invito a riflettere sull’importanza dell’istruzione e dell’educazione degli studenti per un futuro migliore.
Proprio sul futuro, infatti, il presepe invita a riflettere. E sull’importanza delle scelte.
L’osservatore si pone dinanzi all’opera, attirato nel punto di vista centrale dall’uovo della rinascita sospeso in alto (elemento ricorrente nei presepi di Zomparelli, particolarmente amante dell’arte di Piero della Francesca e degli elementi simbolici presenti nelle sue opere), trovandosi in corrispondenza di una ideale linea verticale che divide decisamente il presepe in due parti: la parte sinistra, bianca e deserta, innevata e illuminata da fredde luci sottostanti il manto di ovatta/neve, che termina ai piedi di un edificio, da un balcone del quale pende uno striscione con il messaggio “Andrà tutto bene” (immediata rievocazione del noto refrain motivazionale che ha accompagnato l’inizio della pandemia), e la parte destra, rigogliosa, brulicante di vita, di luci colorate e di serene attività umane.
Il riferimento al Covid e alla situazione di vuoto che la pandemia ha causato a livello sociale è esplicito: un inverno senza colori, una condizione di stallo solitario, di attesa. Non mancano, ovviamente, i riferimenti, come nei presepi degli anni precedenti, all’impatto, a volte devastante, delle scelte umane sull’ambiente.
Sulla sommità della collina, all’interno di un ceppo cavo, è la capanna della natività, con il Bambino Salvatore leggermente defilato rispetto alla linea mediana, in corrispondenza della parte “viva” del presepe, in compagnia di Maria, madre generatrice di vita e di salvezza, Natura che si rinnova e rigenera.
Sullo sfondo, come noterà l’osservatore attento, la linea mediana corre tra le figure di Platone e Aristotele, al centro della “Scuola di Atene”.
L’intuizione di questo presepe è l’attrazione dell’osservatore in corrispondenza di questa linea mediana divisoria, di confine, dove sarà destinatario di una domanda che impone una scelta: “Questo o quest’altro può essere il mondo: tu che cosa vuoi e che cosa puoi fare?”
Il punto di osservazione, segnato dalla linea verticale, diviene allora un luogo simbolico, un catalizzatore per la riflessione critica: l’uovo della rinascita in alto, il gesto delle mani di Platone e Aristotele, la figura del Salvatore, proprio all’altezza dei nostri occhi, eterno esempio di sacrificio umano per l’umanità. “Questo o quest’altro può essere il mondo: io che cosa voglio e che cosa posso fare?”
La speranza di salvezza della terra e delle generazioni umane impone a noi uomini di agire tempestivamente. “Abbiamo poco tempo” è il monito tonante, al quale rischiamo però di assuefarci, finendo per trascurare la decisività della questione. Il tempo nel presepe è espresso dalla via di ghiaia che circoscrive la collina. Qual è il suo verso? Se immaginiamo che il percorso sia in senso orario, il procedere del tempo, esso muove dalle terre floride della parte viva, passando sotto ponticelli e accanto a persone, verso la landa desolata dell’area bianca. Se così è, esiste ancora la possibilità di tornare indietro, invertendo la rotta. O di andare avanti, oltre l’inverno, perché una nuova primavera ci attende.
Ma qualunque cosa potrà accadere, decisive saranno le nostre scelte.
Sapremo accogliere l’invito del Salvatore, seguendo il suo esempio di amore? Sapremo avere fede nell’uomo? Sapremo fare la cosa giusta?
Sì, saremo in grado di fare la cosa giusta, se seguiremo la via della fede ma anche quella della ricerca e della conoscenza, il sentiero della consapevolezza, che la scuola di Atene sullo sfondo invita ad assumere come modello di vita, ciò che la scuola è incaricata di insegnare agli studenti nonché, nel sempreverde processo di apprendimento reciproco, ai docenti stessi.
Il presepe di Zomparelli è un’occasione di riflessione, da riportare in classe, a casa e nella vita di tutti i giorni, perché “tutto andrà bene” non solo se, per quanto fortemente, continuiamo a sperarlo con le dita incrociate ma solo se tutti parteciperemo attivamente e con coscienza alla causa comune degli uomini e della terra.
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