di Roberta Fumarola
Vi siete mai domandati perché "immolare" è sinonimo di sacrificare? Ebbene gli antichi, prima di sacrificare una vittima, la cospargevano con una farina di farro detta "mola" , che a Roma veniva preparata dalle Vestali... e mentre sentiamo la spiegazione della professoressa, si staglia davanti al nostro sguardo il tempio circolare di Vesta, dove le sacerdotesse vegliavano presso il sacro fuoco e mescolavano con devozione gli ingredienti della sacra "mola".
I luoghi parlano del passato, lo rendono tangibile, amico; per questo la nostra straordinaria esperienza di studenti delle classi quarte nella visita del foro repubblicano e del foro di Cesare non sarà presto dimenticata. Abbiamo studiato Cesare? Ecco il luogo dove fu posto sulla pira il suo cadavere martoriato e dove ancora oggi, il giorno delle Idi di marzo ovvero il 15 marzo, vengono deposti fiori. E che dire di Cicerone? Ecco il tempio della Concordia, dove nell'anno 63 a. C., in qualità di console, pronunciò la quarta orazione contro Catilina. Più in là i "rostra", le tribune dai cui gli oratori arringavano la folla, "rostra" su cui furono infilzate la testa e le mani di Cicerone, vittima della vendetta di Antonio.
Ciò che abbiamo studiato sulle pagine dei libri prende forma, diventa materia viva che dialoga con noi e ci parla di un passato che costituisce le radici del nostro presente.