L'ultimo diario
di Francesca Micheli
Cosa sono cinque anni? Sono cinque diari diversi, cinque bellissimi diari che mi ricordano che la loro squadra è al completo ormai, che non si aggiungerà nessun altro blocco bianco su cui scrivere compiti e date di prove di verifica, orari della settimana, promemoria per le giustificazioni da portare il giorno seguente a scuola, e ancora foto, dediche, bigliettini stropicciati e incastrati velocemente tra le pagine per non dimenticarli. Per non dimenticare neanche un ricordo. È di nuovo una domenica di settembre, e domani avrà inizio il mio quinto anno, il nostro quinto anno. Quello in cui potremo ancora sentirci piccoli e protetti in quelle quattro mura in cui ogni giorno ci rifugiamo e, al contempo, abbastanza adulti, maturi, liberi di pensare al nostro futuro con i piedi ben ancorati a terra. L’anno che ci permetterà di credere e di convincerci che avere paura di ciò che sarà dopo, del prossimo settembre, sia la normalità che accomuna tutti noi studenti. L’anno che ci farà correre da un pensiero all’altro, da una scelta all’altra senza il rischio di fallire, senza la spaventosa possibilità di cadere e rimanere soli, perché avremo ancora quelle mura attorno a noi e i volti rassicuranti delle persone che ci conoscono. È un settembre diverso perché, per la prima volta, la voglia di amare gli ultimi libri che parlano di tutto invade ogni particella del mio corpo, ogni pensiero che si incastra nella mia testa. Ed io amo questo settembre perché ho ancora un anno per riempire il mio ultimo diario bianco che freme dalla voglia di traboccare di parole, di numeri di pagine e di tanti piccoli fogli piegati. Ho ancora un anno di presenze e di certezze, di incontri casuali per i corridoi e di chiacchierate accanto ad un termosifone al cambio dell’ora. Un anno in cui sognare di fare la scelta giusta senza andare contro tutto ciò che la mia anima desidera follemente di vivere.
Ancora un anno, ancora un diario: gli ultimi.